Nel sito

Lo psicoterapeuta e il viaggio della vita


 

Grazie per esserti collegato al mio sito!

Mi presento, sono Rossella Chiusolo, una Psicologa clinica e Psicoterapeuta che crede moltissimo nel potere curativo delle relazioni buone, quelle relazioni nutrienti che ti scaldano il cuore e ti fanno sentire che la vita è stupenda e vale la pena di essere vissuta nonostante possano esserci delle difficoltà.

Sono appassionata di relazioni, relazioni affettive. Credo che mai come oggi sia di fondamentale importanza uscire dalla sicurezza del proprio guscio per incontrare l’altro ed avere l’opportunità di scoprire realmente se stessi. Ogni persona che incontro durante la mia professione e nella vita è un viaggio attraverso il mondo e per me un modo di vivere mille vite aiutando l’altro a rialzarsi lì dove è inciampato o a trovare la via lì dove si è perso.

Ringrazio tutte le persone che ho avuto il piacere di incontrare e che per me sono stati preziosi insegnanti con la storia della loro vita, e ringrazio coloro che avranno voglia di condividere un tratto del loro viaggio chiamato vita con me.

Su questo sito troverai articoli, recensioni di libri che mi hanno colpito e promozioni di attività che svolgo da sola o in collaborazione con altre figure professionali. Se alcuni articoli ti suscitano delle emozioni, delle idee o anche delle critiche mi farebbe molto piacere “ascoltarle”, ti invito a scrivermi nella mia posta, risponderò quanto prima.

Oltre ad essere il sito un modo per pubblicizzare il mio studio privato, vuole essere uno spunto di riflessione e vuole dare, a mio modo, una piccola carica energetica nutriente per l’anima di chi mi legge.

Grazie di cuore.

 

Eventi di psicologia a Roma

Presso il Domus Mariae Palazzo Carpegna di Roma il 10-11-12 giugno si svolgeranno due eventi importanti per gli esperti del benessere psicologico.

Il 10 giugno si terrà il meeting nazionale della Gestalt psicosociale organizzato dalla Fondazione Italiana Gestalt mentre l 11 e 12 giugno si terrà il seminario internazionale con Erving Polster, psicoterapeuta in California, tra i maggiori esponenenti mondiali della psicoterapia della Gestalt.

Saranno affrontati temi riguardanti la società contemporanea e nuove modalità di affrontare la crisi odierna superando il disagio e prospettandosi con fiducia nel futuro.

Per ulteriori informazioni visitare il sito www.sigroma.com

foto sala meeting Palazzo Carpegna

 

Dal vuoto relazionale allo shopping compulsivo

Rebecca Bloomwood, protagonista di “I love shopping” , libro scritto da Sophie Kinsella, è una ragazza con una irrefrenabile passione per lo shopping. Rebecca spende in modo incontrollato per accessori per la casa e per l’abbigliamento indebitandosi di migliaia di sterline e finendo coinvolta in disavventure economiche e sentimentali alimentate/ create dalla sua ossessione per gli acquisti. Questo simpatico personaggio descritto dalla Kinsella presenta molte caratteristiche del compratore compulsivo.

La dipendenza dagli acquisti (shopping compulsivo) è una delle nuove dipendenze tipiche della società odierna. Le Nuove Dipendenze sono tutte quelle forme di dipendenza in cui non è implicato l’intervento di alcuna sostanza chimica ma l’oggetto della dipendenza è un comportamento.

La nostra società è caratterizzata da superficialità delle relazioni, da mancanza di legami stabili, da un senso di identità precario, da un senso di vuoto e di solitudine che si tenta di colmare curandosi in modo eccessivo della propria esteriorità. Il sociologo Z. Bauman definisce la nostra società “liquida” popolata da persone che esplorano ossessivamente le vetrine dei negozi alla ricerca di tesserini d’identità già pronti e leggibili ovunque (Vita liquida, 2005). In questo sfondo si delinea la figura del compulsive shopper.

Il compratore compulsivo presenta:

  • un irrefrenabile bisogno di comprare che lo spinge ad entrare nei negozi e ad uscirne carico di acquisti, le cose comprate perdono il loro valore oggettivo, ciò che conta è comprare (buying impulse);
  • piacere durante la messa in atto del comportamento;
  • ansia e frustrazione se impossibilitato a comprare;
  • incapacità di controllare il proprio budget economico spendendo più di quanto possa permettersi;
  • gli acquisti si ripetono più di una volta a settimana;
  • persistenza del comportamento nonostante sia associato a conseguenze negative.

L’acquisto smodato e incontrollato di oggetti spesso inutili serve a contenere l’ansia. Lo shopping compulsivo è un tentativo di alleviare lo stato depressivo sottostante, spesso nella vita di queste persone c’è un vuoto relazionale e una bassa autostima. Questa dipendenza causa ripercussioni importanti nella vita sociale e familiare causando perdite finanziarie e stress psicologico.

E’ dunque importante dar voce al malessere psicologico che è alla base di questa dipendenza.

 

Conosciamo gli attacchi di panico

Il termine Panico deriva dalla mitologia greca dal dio Pan. Si narra che questo dio, figlio di Ermes e Penelope, avesse un aspetto terrificante essendo per metà uomo e metà caprone. Dio arcaico legato alle greggi, alla foresta e alla vita selvaggia correva nei boschi urlando la sua forza e spaventando i viandanti che venivano sorpresi dalle sue grida e terrorizzati alla sua vista. Nella paura profonda e improvvisa provata da questi  viandanti possiamo ritrovare la caratteristica principale degli attacchi di panico.

Che cos’è un attacco di panico?

E’ un periodo preciso di paura o disagio intensi, durante il quale almeno 4 dei seguenti sintomi si sono sviluppati improvvisamente (DSM IV TR):

  • palpitazioni
  • sudorazioni
  • tremore
  • sensazione di soffocamento
  • sensazione di asfissia
  • nausea
  • instabilità o sensazione di sbandamento
  • paura di impazzire
  • paura di morire
  • brividi o vampate di calore

Gli attacchi di panico si manifestano in modo improvviso possiamo definirli come “un fulmine a ciel sereno”. Dopo il primo attacco di panico in genere si ha la preoccupazione persistente di averne altri (ansia anticipatoria) e da qui si innescano una serie di strategie per evitare situazioni considerate a rischio finendo per andare a ledere la libertà personale e il proprio senso di autoefficacia. Sono invalidanti per la persona che ne soffre.

Quando può verificarsi il primo attacco di panico?

Ci sono degli eventi che possono essere considerati terreno fertile per l’innescarsi di un attacco di panico. In seguito ad una perdita affettiva come ad esempio la fine di una relazione d’amore, la morte di un proprio caro, un aborto, un divorzio, un trasferimento.

“Come mai è successo a proprio a me? La mia vita è perfetta a parte gli attacchi di panico”

Gli attacchi di panico non avvengono mai a caso ma sono ben inseriti nella storia di chi ne soffre, hanno un significato profondo che ha solo bisogno di essere ascoltato.

Non sono come una gramigna in un prato di fiori ma sono eventi che esprimono una energia soffocata, una parte di noi che è stata da troppo tempo compressa ed accantonata. Sono messaggi che chiedono  prepotentemente di essere visti. Il dr. G.Francesetti parla degli  attacchi di panico come “attacchi acuti di solitudine”.

Liberarsi dagli attacchi di panico vuol dire ricontattare se stessi, imparare ad ascoltarsi, maturare una più profonda consapevolezza di noi e della nostra vita dando voce ad emozioni dapprima messe a tacere. Superare gli attacchi di panico vuol dire sentirci più in completo contatto con la nostra intimità proprio perchè sono emersi aspetti sottaciuti come ad esempio quelli drammatici legati ad un lutto.

immagine presa da somaticamente.com

 

Il tradimento nella coppia:crisi e rinascita

I ricercatori del dipartimento di psicologia dell’università di Montreal guidati dalla dott.ssa G. Beaulieu-Pelletier hanno condotto uno studio sul tradimento rilevando che le probabilità di tradire il proprio partner sono molto alte dal 40% al 76%. Non sono emerse differenze di comportamento tra donne e uomini, per cui tradisce la donna così come l’uomo. L’identikit del “traditore”? Sembrerebbe essere una persona che ha una fobia per l’impegno e per le responsabilità vivendo i rapporti stabili di coppia come claustrofobici. In questa ottica il tradimento diviene una strategia attuata per distanziarsi dal compagno.

Ho riportato questa ricerca per sottolineare quanto sia frequente il tradimento. Interessante il profilo tracciato da questi ricercatori, molto simile a quello che ho descritto nel precedente articolo parlando del “narciso“. Ora andiamo a vedere quali sono le dinamiche che in genere stanno alla base di un tradimento.

Il tradimento è sempre esistito ed è uno degli eventi  in cui la coppia può imbattersi. La coppia è come un organismo a sè avente un proprio equilibrio formato dalla sinergia creata dall’incontro dei membri che ne fanno parte. Il tradimento nasce dalla coppia e va risolto nella coppia qualora emerga questa volontà. E’ dunque poco corretto parlare di colpevole (il traditore) e di vittima ( il tradito) poichè il tradimento origina da una dinamica co-creata da entrambi i partner anche se a metterlo in atto è solo uno dei due. Il tradimento è come la punta di un iceberg. Cosa c’è sotto?

Di solito alla base c’è una comunicazione poco fluida a volte quasi assente a volte circolare in cui ognuno dei partner è impegnato a muovere accuse verso l’altro senza vedere la propria parte di responsabilità e senza ascoltare veramente l’altro. In questo modo si giunge ad uno stallo o ad un evitamento del conflitto e in questa situazione il tradimento può essere vissuto come un rifugio o meglio ancora come “una boccata d’ossigeno”. Quando la comunicazione diviene arida viene meno la complicità ed anche la vita sessuale di solito è meno appagante.

Quando il tradimento viene scoperto o rivelato la crisi prima sotterranea emerge ed è una buona possibilità per la coppia di ridisegnarsi qualora lo si voglia. Prima di far questo è importante elaborare il lutto (il tradimento è una forma di lutto) per cui il partner tradito dovrà fare i conti con la propria rabbia e frustrazione e chiedersi se è realmente in grado di perdonare o se ormai la fiducia è stata minata alla base. E’ comunque importante concedersi del tempo. Come dopo ogni crisi si giunge ad una “rinascita ” sia essa individuale o di coppia.

Lo psicologo può aiutare la coppia a superare creativamente la crisi (qualora emerga questo bisogno da parte di entrambi) ripristinando un buon modo di comunicare e individuando strategie funzionali.

Immagine presa da noviolenzadonne.blogspot.com

 

Il tuo partner è un narciso?

Il dubbio potrebbe sorgere se durante ogni discussione il vostro partner vi scarica la responsabilità, accusandovi e non vedendo la propria parte di colpe. I narcisi sono persone apparentemente molto sicure di sè, brillanti e intelligenti. Scrivo “apparentemente” sicure perchè in realtà nascondono un lato oscuro pieno di insicurezze cosmiche e a tratti depressivo. Si riconoscono nella loro sofferenza e la preferiscono alla tranquillità che rifuggono costantemente passando a volte da un lavoro all’altro o da un partner all’altro. Per loro è indispensabile sedurre.

Nel rapporto di coppia non sono persone affidabili: hanno paura di non potersi fidare di sè e del compagno/a o di essere invasi e proprio per questo fanno in modo che il partner non diventi essenziale tenendosi sempre pronti a defilarsi. Devono continuamente decidere se restare o fuggire dalla coppia. Provano quasi repulsione per un amore troppo intenso perchè hanno paura di dipendere da qualcuno così criticano aspramente e mettono alla prova il partner. Nella fase iniziale di un rapporto mostrano il meglio di sè, corteggiando in modo grandioso ma quando la quotidianità prende il sopravvento hanno bisogno di scappare. Per iniziare una nuova storia proiettano sulla precedente compagna tutti gli aspetti negativi.

La dott.ssa U.Telfener ha scritto “un manuale di sopravvivenza” per chi è innamorato di un narciso. Innanzitutto è importante mantenere la propria autonomia evitando di dipendere dai malumori del partner, è importante non affidare loro il proprio valore, non prenderli troppo seriamente, non chiedere loro dimostrazioni d’amore, non opporsi e non criticarli ma accudirli e coccolarli. I narcisi sono persone molto fragili che hanno bisogno di continue rassicurazioni.

Immagine sperimentaleleonardo.it

 

Cuore infranto?il dolore è simile a quello fisico

Quando una storia d’amore termina fa male come una vera e propria scottatura.  A renderlo noto uno studio condotto da un gruppo di ricercatori, guidati dal professore di psicologia Ethan Kross dell’università del Michigan, e pubblicato nella rivista Proceedings of the National Accademy of Sciences.

Questi studiosi hanno scoperto che l’esperienza di rifiuto sperimentata in seguito alla fine di una storia d’amore attiva le stesse parti del cervello coinvolte nella percezione del dolore fisico. Sia in risposta ad un dolore fisico sia in risposta al dolore dell’abbandono da parte del proprio partner nel cervello si attivano la corteccia secondaria somatosensoriale e l’insula dorsale posteriore.

I ricercatori sono giunti a questa conclusione studiando un gruppo di 40 volontari che negli ultimi 6 mesi erano stati lasciati dal compagno. Questo gruppo è stato sottoposto a due prove. Nella prima dovevano guardare la foto del loro ex soffermandosi su come si sono sentiti quando sono stati lasciati. Nella seconda prova sono stati sottoposti ad un dolore fisico tramite uno stimolo termico pari a quello provocato dall’afferrare una tazza di caffè bollente. Dalla risonanza magnetica eseguita durante le 2 prove è stata evidenziata l’attivazione delle medesime aree del cervello.

Dunque è vero che il mal d’amore può realmente far male anche fisicamente.

immagine sabu.ilcannocchiale.it

 

“Non ricordo più chi sono..sai ho l’Alzheimer”.Ricordiamoci di chi dimentica

La malattia di Alzheimer è la forma più comune di demenza ed è un fenomeno in costante crescita. E’ una malattia cronico degenerativa invalidante che comporta deficit nella memoria e può compromettere il linguaggio, può alterare l’attività motoria, può rendere difficile il riconoscimento di oggetti e può comportare un disturbo delle funzioni esecutive(cioè pianificare, organizzare, ordinare in sequenza). Generalmente insorge intorno ai 60 anni.

Le persone affette da questa malattia perdono gradualmente la propria autonomia, il ricordo dei propri cari, il ricordo della propria vita. E’ molto doloroso anche per i familiari affrontare la malattia spesso ci si sente soli, arrabbiati e impotenti di fronte ad essa.

Un centro consigliato che si occupa di assistenza ai malati di Alzheimer è Casa AIMA Onlus di Latina dove ho collaborato come volontaria del SCN. Questo centro è un luogo inesauribile di energia positiva, è un luogo dove chi dimentica tutto ricorda ogni giorno la bellezza di un sorriso.

Non bisogna cadere nell’errore di vedere questi pazienti solo come affetti da Alzheimer ma è importante attivare le risorse  in loro presenti stimolando la loro creatività e le abilità residue.

E’ altresì fondamentale la diagnosi precoce che permette di rallentare il decorso infausto legato a questa malattia intervenendo con una terapia farmacologica, terapia occupazionale,  fisioterapia e supporto psicologico per i familiari.

Immagine presa da dottorsport.info

 

Gruppi di incontro

GRUPPI DI INCONTRO E CONDIVISIONE

 

 

 

Rivolto a tutti coloro che hanno voglia di incontrarsi, di conoscersi, di riscoprirsi e…di ritrovarsi.

 

Questo gruppo nasce con l’obiettivo di offrire uno spazio di confronto in cui potersi esprimere, accrescere la propria consapevolezza, autostima e autoefficacia. E’ uno spazio di ascolto e incontro in cui i partecipanti hanno l’opportunità di condividere le proprie esperienze di vita, le proprie paure, le proprie difficoltà e le proprie speranze con la guida di due esperte.

A chi non è mai capitato di trovarsi davanti ad un bivio?

Chi non ha mai avuto paura di fare una scelta sbagliata?

Chi non ha mai pensato di non farcela o di non essere all’altezza di una situazione?

Chi non si è mai sentito sopraffatto dalle proprie emozioni?

Ripartiamo da noi stessi. Riprendiamo in mano le redini della nostra vita.

 

                 

                     

 

Lo psicoterapeuta e il viaggio della vita

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Sono appassionata di relazioni, relazioni affettive. Credo che mai come oggi sia di fondamentale importanza uscire dalla sicurezza del proprio guscio per incontrare l’altro ed avere l’opportunità di scoprire realmente se stessi. Ogni persona che incontro durante la mia professione e nella vita è un viaggio attraverso il mondo e per me un modo di vivere mille vite aiutando l’altro a rialzarsi lì dove è inciampato o a trovare la via lì dove si è perso.

Ringrazio tutte le persone che ho avuto il piacere di incontrare e che per me sono stati preziosi insegnanti con la storia della loro vita, e ringrazio coloro che avranno voglia di condividere un tratto del loro viaggio chiamato vita con me.

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Grazie di cuore.